George Clooney: "Di figa ne ho sempre avuta, ma da quando
indosso la Monociglia Maurus ® faccio fatica a contarle".
martedì 31 gennaio 2012
lunedì 30 gennaio 2012
LA MONOCICLIA MAURUS ® FINALMENTE IN VENDITA!
E’ finalmente arrivata: la Monociglia Maurus®!
Stimolante per lui, eccitante per lei.
Non è tossica, non irrita la pelle.
Resistente all’acqua e a ogni altro tipo di liquido. Si
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La Monociglia Maurus ® si adatta a ogni tipo di situazione.
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Per il tempo libero.
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Ma soprattutto per i momenti più intimi.
Non riesci a farti una famiglia?
Indossa una Monociglia!
Tromberai la nonna, la mamma e la figlia!
sabato 28 gennaio 2012
LE NUOVE FRONTIERE DEL SESSO IN RETE
Oggi vi presentiamo un’intervista che ci ha concesso
telefonicamente il proprietario di un sito internet il cui traffico sta
crescendo di settimana in settimana. Internet, si sa, è il trionfo della
pornografia, e il sito di cui stiamo parlando è proprio uno di quelli che vanno
per la maggiore negli ultimi tempi. Stiamo parlando di pornofliviotube.com.
Fino a poco fa, pornofliviotube non aveva alcunché di diverso rispetto ai suoi
fratelli maggiori youporn, youjizz, xhamster… Poi, il suo fondatore ha avuto la
bella idea di inserire una nuova categoria. Spieghiamo, per i non avvezzi a
questi siti (ma esisteranno non avvezzi?) che è possibile cercare i video in base alla
categoria preferita: così, se avete una particolare predilezione per le ragazze
asiatiche, vi basterà cercare all’interno della categoria “asian”; se invece vi
piacciono le donne mature, la categoria “milf” sarà l’ideale per voi.
Il proprietario è una nostra vecchia conoscenza, stiamo
parlando dell'ormai famigerato Conte Flivio D’Amato. E se ne parliamo sul nostro blog, il motive
risiede nella relazione con il monociglio. Il D’Amato ha infatti inserito la
categoria “monobrown”… ed è stato subito successo. Dopo i primi filmati
l’accesso al sito è divenuto di giorno in giorno sempre più frequente, scalando
tutte le classifiche di popolarità del genere.
Ecco l’intervista.
Conte Flivio, come le
è venuta l’idea di inserire questa nuova categoria?
Stavo cercando qualcosa per lanciare in maniera convincente
il mio sito. Inizialmente avevo puntato tutto sul nun-sex, ma evidentemente il
pubblico è una manica di barbari non in grado di apprezzare le gemme che gli
offrivo. Dopo ho fatto un altro tentativo con la categoria "moustached woman".
Prego?
Conosce il detto “donna baffuta, sempre piaciuta”, no? Del
resto devo dire che pure io nei miei viaggi in medio-oriente mi sono
inchiappettato certe baffone che mi sembrava di stare sodomizzando Magnum P.I.
Ma anche questo non ha avuto successo… Poi i miei studi di antropologia mi sono
venuti in aiuto. Tutte le volte che sono entrato in contatto con soggetti
monocigliuti ho sempre, e sottolineo
sempre, riscontrato una sessualità molto accesa. Il fascino che il monociglio
ha sempre esercitato sul lato femminile mi ha dato da pensare. E così ho
provato a inserire qualche filmato con protagonisti monocigliuti.
Secondo lei quindi la
fruizione di questi particolari video è soprattutto femminile?
L’accesso avviene in forma del tutto anonima, quindi è
difficile rispondere. Penso però che in parte sia vero, anche se indubbiamente
ci sono molti uomini che sono curiosi e accedono a quei video.
I filmati sono tutti
originali o secondo lei si nascondono dei protagonisti con monociglia
posticcia?
Qualche fake sicuramente ci sarà, ma non è difficile
individuarli: un vero monocigliuto ha l’uccello sempre superiore ai 25
centimetri. Inoltre ogni sua prestazione sessuale è sempre svolta con grande
irruenza e impeto. Se l’atto sessuale non è accompagnata dalla perdita di almeno
un litro di sudore, possiamo essere certi di essere di fronte a un falso.
Dal punto di vista
economico è stato un successo?
Indubbiamente. Si può dire che grazie a questa trovata ho
svoltato. Soldi a palate, come si suole dire. E soldi a palate vuol dire soldi per le patate.
Come li sta
investendo?
L’ottanta per cento in zoccole. Il resto lo sperpero in cose
inutili.
venerdì 27 gennaio 2012
LA MONOCIGLIA NELLA TERRA DEL GHIACCIO
(famiglia Mnociliut)
Durante le nostre ricerche sul web alla ricerca di esemplari
monocigliuti, ci siamo imbattuti nella foto sopra riportata, che ritrae un gruppo di Inuit,
più volgarmente detti “eschimesi”, tutti dotati di monociglio. Ovviamente il
nostro interesse si è acceso, e abbiamo contattato un esperto della cultura
Inuit, il Prof. John Cuckold che ha risposto alle nostre domande.
Professore, a quale etnia appartengono
i soggetti ritratti in foto?
Indubbiamente le caratteristiche Inuit sono ben evidenziate.
Però quelle grandi sopracciglia unite mi fanno affermare con sicurezza che sono
appartenenti al villaggio Mnociliut, con cui io e il mio staff siamo entrati in
contatto.
Ce ne parli.
E’ un villaggio molto
isolato, posto ancora più a nord di tutti gli altri villaggi Inuit, e con i
quali raramente essi instaurano rapporti. I Mnociliut hanno usi e costumi tutti loro,
da quanto sono riuscito ad apprendere.
Vivono in ragioni
molto impervie: come fanno a resistere al freddo?
Hanno il corpo coperto di peli molto spessi, anche in zone
in cui noi siamo poco abituati, come la schiena. Il loro pelo è molto
isotermico. Inoltre praticano attività sessuale per quasi 12 ore al giorno:
come sa, durante il coito il corpo si surriscalda a causa della maggiore
pressione del flusso sanguigno, e se per metà giornata il loro corpo è
surriscaldato, hanno già raggiunto un bel risultato.
Come riescono a
vivere?
Ovviamente la loro principale fonte di sostentamento è la
pesca. Hanno un rituale di pesca molto complesso. Il primo ostacolo ovviamente
è trovare il modo di rompere le lastre di ghiaccio molto spesse: loro ci
riescono colpendo il ghiaccio con il loro pene, che è estremamente resistente.
Una volta rotto il ghiaccio, attraverso un movimento circolatorio del loro
bacino, allargano il buco fino a che non raggiunge un diametro di circa 30-40
centimetri.
Poi vi immergono le
lenze?
No, anche qui hanno negli anni perfezionato una tecnica
molto personale ed estremamente efficace. Si mettono sulle sopracciglia dei
piccoli pezzi di carne essiccata, si sdraiano vicino al foro nel ghiaccio e poi
rimangono in attesa. Dopo un po’ i pesci che nuotano sotto la lastra di ghiaccio
vengono attirati dalla carne, e saltano nel buco per cibarsene. Però rimangono
inevitabilmente incastrati tra le intricate sopracciglia dei Mnociliut, e
quindi è facile per loro catturare i pesci.
Oltre che alla pesca
sono dediti anche alla caccia?
Si, una loro specialità culinaria è il tricheco ripieno.
In cosa consiste?
Viene catturato un tricheco, poi tutti i membri maschi del
villaggio si accoppiano a turno con l'animale, e infine viene messo sul fuoco. Dopo
un’oretta di cottura e una manciata di sale e di rosmarino, è pronto per essere
consumato.
Deve essere una vita
molto dura, la loro.
Certamente il luogo dove vivono è molto aspro. Non per
questo però rinunciano ad attività ludiche.
Ad esempio?
Praticano uno sport assimilabile al baseball. Solo che
invece di una palla di cuoio utilizzano palle di neve, ed invece delle mazze
usano i loro peni. Il primo che termina l’erezione perde, viene cosparso di
olio di balena e per punizione deve astenersi dal praticare sesso per un
periodo per loro lunghissimo.
Quanto?
40 minuti.
Interessante… altre
attività che praticano?
Giocano a “katzing”.
In cosa consiste?
E’ una variante delle nostre bocce, o del curling, lo sporto
molto popolare nei paesi scandinavi: un Mnociliut si sdraia a terra con il pene
in erezione, le donne tirano dei dischi di giaccio cercando di centrare il
pene. Chi fa più punti alla sera potrà giacere con il Mnociliut che si è
sdraiato.
Lei è veramente un
esperto: è stata dura vivere con loro?
Veramente io ci sono stato solo 1 giorno. E’ mia moglie che,
dopo averle visti fare il bagno nudi, è rimasta impressionata dalla loro tempra
e si è sacrificata a vivere tra loro. Tutte queste cose le ho imparate dai suoi
resoconti.
Per quanto tempo ha
vissuto con loro sua moglie?
Inizialmente doveva stare due settimane, poi mi ha scritto
che le cose da apprendere erano veramente tante (“tanta roba” sono le sue
testuali parole), e ha deciso di rimanere un po’ di più… A marzo son 16 anni.
giovedì 26 gennaio 2012
STORIA DI UN TRAPIANTO
Con l’intervista che proponiamo oggi, diamo un riscontro
all’amico Calogero che ci ha contattato qualche tempo fa, in merito alla sua
richiesta circa la possibilità di effettuare un trapianto di monociglia. Presentiamo
infatti un incontro tenutosi con il Professor L.S. Assbroken, il chirurgo che
per primo ha tentato questa difficile operazione. Vincere le sue resistenze non
è stato facile, perché il ricordo dell’episodio che gli chiediamo di raccontare,
rievoca ancora oggi in lui penose fitte di dolore.
Professore,
innanzitutto grazie per averci concesso l’intervista.
Prego, prego, vediamo di fare presto però.
D’accordo. Lei è il
chirurgo che per primo tentò una delicata operazione: il trapianto della
monociglia. Perché ha tentato questo intervento?
Per le grandi pressioni del paziente che avevo in cura. Si
trattava di ricco e giovane industriale con disfunzioni sessuali.
Di che tipo?
Impotentia coeundi.
In pratica non riusciva ad avere rapporti.
Detto terra-terra: non
riusciva a aggiungere l’erezione?
Esattamente.
Ovviamente il
paziente aveva già provato tutte le altre possibili soluzioni?
Certo. Aveva provato veramente di tutto: dai medicinali alle
tecniche di rilassamento, dai cibi afrodisiaci alla visione di film…
Si riferisce a film
pornografici?
Anche, ma non solo… Per esempio alcuni soggetti hanno recuperato
la libido guardando “Zappatore” con
Mario Merola… Ad ogni modo, niente sembrava funzionare con lui. E ne soffriva
molto. Pensate: un uomo di 35 anni abbastanza piacente, molto benestante,
quindi con molte belle ragazze che gli si gettavano letteralmente ai piedi, e
lui che non poteva approfittarne…
E come si arrivò al
trapianto di monociglia?
Il paziente si era molto documentato: secondo le sue fonti,
tutti gli uomini con le sopracciglia unite erano molto prestanti, a livello
sessuale. Volle tentare anche questa carta.
Lei si convinse
subito?
Affatto. Per quanto suggestiva fosse la sua teoria, il
monociglio è un fattore genetico, un trapianto su un soggetto non pienamente
predisposto avrebbe potuto avere dei rigetti.
E come la convinse il
suo paziente?
Sarò onesto: con i soldi. Lui era molto convinto di questa
soluzione, e la voleva tentare a tutti i costi, tanto che mi pagò molto
profumatamente per sperimentare questa operazione.
Trovare il donatore
fu facile?
No, ci volle un po’ di tempo. Poi il mio paziente individuò
una tribù africana, chiamata ‘mnokiliu, i cui soggetti maschi avevano questa
spiccata caratteristica. Versando in condizioni molto povere, riuscì a
convincere la vedova di un ‘mnokiliu appena defunto a cedere il suo monociglio
per l’operazione.
Veniamo
all’operazione: come andò?
L’operazione fu abbastanza lunga, durò circa 16 ore.
Inizialmente sembrava andare bene. Il decorso post-operatorio fu abbastanza
regolare.
E quando il paziente
si risvegliò?
Lo ricordo ancora come uno dei miei incubi peggiori. Il
paziente si svegliò con una vistosa erezione. Tanta era la sua voglia che perse
la testa e subito assalì tutte le mie 4 infermiere, mettendole tutte incinte.
Poi, non pago, si approfittò anche di me.
Scusi?
Ha capito bene: mi prese, mi strappò le mutande, e mi
possedette ripetutamente.
Che brutta storia…
A chi lo dice! Da quel giorno non riesco a stare seduto più
di 10 minuti consecutivi.
Ma, al di là di
questo brutto episodio, l’operazione funzionò, allora?
Sembrava funzionare, ma dopo qualche ora, come temevo, ci fu
un rigetto. La mia opinione è che per portare un monociglio occorra essere
geneticamente predisposti: il paziente cominciò a perdere tutti i sopraccigli
uno ad uno. In breve tornò normale in fatto di sopracciglia, ma al tempo stesso
ricomparve il suo problema di impotenza.
Lei non ha più
tentato un’operazione simile?
Assolutamente no. E se le avessero rotto il culo come è successo
a me, le assicuro che neanche lei ci riproverebbe.
Il suo paziente come
la prese?
Malissimo ovviamente. Ci contava molto. Dopo si ritrovò con
4 famiglie da mantenere e il suo problema ricomparso.
E la sua vita come è
proseguita?
Oltre che il culo, anche con il cuore spezzato: in tanti
anni non mi ha mai mandato nemmeno una cartolina.
La ringraziamo per questa testimonianza.
mercoledì 25 gennaio 2012
L’ABOMINEVOLE UOMO DELLE NEVI
L’abominevole uomo delle nevi. Così viene chiamato dalle
nostri parti quell’essere leggendario, mezzo uomo e mezza bestia, che vivrebbe
nelle cime delle montagne più impervie.
Altrove è conosciuto come Yeti. Da altre parti ancora come
Sasquatch.
Da sempre protagonista di romanzi, film, fumetti, è stata
fino ad oggi considerata una figura irreale, adatta solo per turbare i nostri
incubi.
Fino ad oggi? Si, perché forse qualcosa di vero c’è, e
proprio in questi giorni si sta probabilmente togliendo il velo di mistero su
questo presunto gigante delle nevi.
Un avvistamento nelle montagne del Caucaso sembra far
pensare che l’abominevole uomo delle nevi esista davvero. E dobbiamo nuovamente
entrare in contatto con il controverso Conte Flivio D’Amato, l’autore dell’avvistamento.
Conte Flivio, ben
ritrovato.
Ancora lei? Ma non farebbe prima a chiedermi un appuntamento
in un motel?
Credo che lei stia
prendendo un abbaglio. Sono qui per chiederle dell’avvistamento dello Yeti.
Mah, sarà… Comunque, per rispondere alla sua domanda, una
circostanza fortuita mi ha spinto sulle montagne della catena del Caucaso.
Cosa l’ha indotta a
pensare che in quei luoghi potesse vivere questo essere?
E’ stato un semplice caso. Mi trovavo in un autogrill
dell’autostrada Milano-Piacenza, e nel bagno degli uomini ho trovato un numero
di telefono con l’indicazione “chiama per avere il miglior pompino della tua
vita”. Ovviamente ho chiamato.
E?
Ed effettivamente mi ha risposto una prostituta moldava di
nome Katarina, che però in quel momento era tornata in patria per qualche
settimana. Ovviamente non ho potuto resistere, ho preso il primo aereo e mi
sono precipitato in Moldavia.
Ma, scusi, questo
cosa c’entra con lo Yeti?
Con Katarina mi sono trovato talmente bene, che ho pensato
di fare il giro di tutte le ex-repubbliche sovietiche, per capire se questa
innata capacità nella fellatio fosse
tipica di questa zona dell’Europa.
Noto che lei ha il
chiodo fisso per le prostitute…
Cosa vuole che le dica, io sono per il sesso sicuro. Pagando
sono sicuro di fare sesso.
Comunque, potremmo
arrivare al dunque senza tante digressioni?
Ok, ok, ho capito… La farò breve: nel mio tour alla scoperta
delle meretrici est-europee mi sono spinto fino in queste zone. Tra una scopata
e l’altra non ho dimenticato la mia attività di antropologo, e così ho pensato
bene di fare un’escursione nelle lande desolate del Caucaso alla ricerca di
qualche cosa di considerevole per le mie ricerche.
E cosa ha visto?
Per i primi tre giorni non ho visto un beneamato cazzo. Il
quarto giorno invece ho scorto da lontano una figura, che in un primo momento
mi pareva di sesso femminile, per via di un lungo manto di capelli rossi.
Quindi cosa ha fatto?
Beh, sa come si dice… “rossa di cavei, golosa di osei”…
quindi mi sono avvicinato di corsa.
E’ riuscito a vedere
da vicino questo essere?
Si, effettivamente non era una donna, la pelliccia rossastra
era un indumento ricavato dal pelo di qualche animale che vive in zona, la cosa
mi ha confuso. Del resto sono scusabile: dopo tre giorni che non vedevo una
fregna mi sarei inchiappettato pure uno zebù se passava di lì.
Non era una donna.
Cosa era?
Un essere abbastanza orripilante, molto peloso, con due
folte sopracciglia unite.
Ecco dove volevamo
arrivare! Quindi il presunto Yeti sarebbe forse un altro esemplare discendente
dall’australopithecus monocigliutus?
Potrebbe essere. Non ho avuto la possibilità di vederlo da
vicino, perché l’essere si è spaventato ed è corso via.
Non è riuscito a
scorgere qualche altro particolare?
Come le dicevo, quell’essere monocigliuto è scappato molto
velocemente. Però ho notato un particolare nelle orme da lui lasciate nella
neve: tra un’orma di un piede e l’altro era presente una lunga scia.
Una scia? Forse
quell’essere è dotato di coda?
Ma quale coda! Era sicuramente il suo battacchio lasciato in
libertà che strisciava per terra! Dio, cosa darei per avere un pisellone come
quello!
E con quest’ultima rivelazione, che conferma una volta di
più l’indissolubile connubio monociglio/grandi dimensioni del pene, salutiamo i
lettori del nostro blog.
(dettaglio delle impronte lasciate dal presunto Yeti Monocigliuto)
martedì 24 gennaio 2012
PABLITO E IL SEGRETO DEL SUO MUNDIAL
(Paolo Rossi, l’eroe del Mundial di Spagna 1982)
Pubblichiamo oggi uno stralcio dell’intervista che Paolo
Rossi ha rilasciato nell’ottobre del 1997 al Gazzettino di Baricella. Vengono
toccati alcuni temi particolarmente interessanti per il nostro blog.
(…)
Finalmente nella
partita con il Brasile (ai Mondiali di Spagna ‘82, ndr) ti sei sbloccato.
Si, rimarrà per sempre una partita indimenticabile per me.
Ma come è potuto
succedere che dal giocatore spaesato e inconcludente delle prime partite ti sei
trasformato in un cecchino infallibile?
Non lo so, forse mi dovevo solo sbloccare.
Non successe niente
di particolare nelle ore precedenti a quella partita?
Ci ho ripensato tante volte. Ricordo solo che mi aggiravo
per l’hotel dove alloggiavamo un po’ sconsolato. Certo ero contento per la
vittoria con l’Argentina, ma il fatto che io non riuscissi a rendere in campo
mi pesava. A un certo punto passai a salutare Bergomi e chiacchierammo un po’.
Era un’estate molto calda, e andai nel bagno di Bergomi a sciacquarmi la
faccia. Quando presi il suo asciugamano per detergermi il viso, mi rimase
attaccato un suo ciglio sulla guancia. Non me ne resi conto subito, ma solo
dopo una mezzora circa. Devo dire che da quel momento io sentii una grande
vitalità crescere dentro di me. E i giorni dopo mi sbloccai in maniera
definitiva.
(…)
Facevate sesso
durante il ritiro?
In quei giorni io ho sempre cercato di pensare solo ed
esclusivamente alle partite, quindi personalmente mi astenevo. Devo però
confessarti che dopo l’episodio dell’asciugamano di Bergomi che ti ho
raccontato poco fa, sentii una grande passione crescere dentro di me, e non
riuscii a resistere. Anzi, fu una serata particolarmente intensa.
In che senso?
(Pablito sorride e con le dita mi indica il numero 8).
(Bergomi, forse l’inconsapevole responsabile del trionfo
azzurro ai mondiali spagnoli)
lunedì 23 gennaio 2012
NEL CONTINENTE NERO
(nella foto: un tipico maschio di etnia ‘mnokiliu, per
gentile concessione del Conte Flivio D’Amato)
Rincontriamo oggi un controverso personaggio già incrociato
in precedenza, il Conte Flivio D’Amato: nobile, estremamente facoltoso,
studioso di antropologia, particolarmente attratto dal sesso e tutte le sue
sfaccettature.
Attualmente il Conte Flivio si trova a Mongu, città sita nel
settore occidentale dello Zambia. Abbiamo inviato in loco un nostro
corrispondente, in quanto ci sono giunte voci di importanti informazioni utili
per lo scopo di questo blog.
Ecco il resoconto della chiacchierata avuta con lui. Come
nella scorsa occasione, questo blog prende le distanze da certe affermazioni
del nostro interlocutore.
Bentrovato Conte
Flivio.
Buongiorno. Purtroppo posso concederle solo 20 minuti. Ho
appena preso la mia pillolina di viagra e quando comincerà a fare effetto devo
incontrarmi con 4 prostitute a cui ho dato appuntamento in questa stanza
d’albergo.
D’accordo, cercheremo
di essere celeri. Ci dica il motivo della sua presenza a Mongu - Zambia.
Vede, ho intrapreso da qualche settimana un viaggio nel
continente africano, su consiglio di un mio amico che preferisce rimanere
anonimo. Per comodità mi riferirò a lui come Massimone. Massimone ha sempre
esaltato le capacità delle prostitute africane, soprattutto nel sesso orale,
per via delle loro labbra carnose. Mi sono voluto fidare del suo giudizio, e
sto girando le varie nazioni per scoprire dove vengono fatti i soffioni
migliori.
Veramente noi
speravamo che ci parlasse di qualcosa attinente al monociglio.
Certo che lei è proprio strano: preferisce parlare di
sopracciglia invece che di pompini. Comunque d’accordo: mentre ero in compagnia
di Balbusha, una prostituta di Lusaka, ho casualmente notato la fotografia del
fratello, dotato di un appariscente e mastodontico monociglio. Ovviamente l’ho
subita interrogata, intuendo un’appartenenza della sua famiglia a un’etnia
portatrice del gene del monociglio. Balbusha mi ha detto di appartenere
all’etnia ‘mnokiliu, la cui origine è in questa zona.
Ha trovato qualcosa
di interessante?
A parte le 4 prostitute che stanno per raggiungermi, devo
dire che ho trovato effettivamente nella
savana, a circa 69 chilometri da Mongu, un piccolo villaggio i cui membri
maschi sono dotati di monociglio.
E’ stato difficile
scovare il loro villaggio?
Assolutamente no: hanno un totem a forma di cazzo che si
vede a chilometri di distanza.
Dunque ci diceva importanti
tracce di monociglio tra gli uomini. E anche in questo caso l’altra
caratteristica è la forte mascolinità?
Devo dire di si… Le dico solo questo: gli uomini del
villaggio indossano una specie di gonnellino che arriva fino alle ginocchia. Il
loro membro però fuoriesce ulteriormente di circa 20 centimetri.
Accidenti!
Così ho anche notato che praticano la circoncisione. Con la
pelle del prepuzio tagliato fanno poi i tappeti che mettono all’interno delle
capanne.
Sono numerosi?
Gli ‘mnokiliu hanno compreso che devono tenere controllate
le nascite, per evitare problemi di sovraffollamento del villaggio e
conseguenti difficoltà a sfamare tutti i componenti della comunità. Per questo
motivo dopo il primo figlio tutte le donne vengono sterilizzate. E’ una pratica
crudele, ma necessaria per la loro sopravvivenza. Mi hanno riferito che in
passato, quando non era ancora in pratica questa usanza, un maschio ‘mnokiliu
poteva avere anche 50 figli, di cui il 90% maschi. Attualmente il loro numero è
pari a quattro/cinque decine di elementi.
Secondo il
paleontologo Prof. Lazarus Roberts, nel mondo circolerebbero discendenti di un
ominide – l’australopithecus monocigliutus – evolutosi parallelamente all’homo
sapiens sapiens. Lei ritiene che l’etnia ‘mnokiliu possa essere discendente del
monocigliutus?
Probabilmente si. Come probabilmente lo erano gli indios brasiliani
Monè Xiliè, a proposito dei quali ho rilasciato un’intervista qualche tempo fa.
E questa esuberanza
sessuale secondo lei da cosa è dovuta?
E’ la natura… i popoli nordici hanno la pelle chiara e
capelli biondi, i popoli asiatici hanno la pelle giallastra e il cazzo piccolo,
i nordafricani la pelle olivastra e la tendenza a fotterti l’autoradio della
macchina… i monocigliuti hanno le sopracciglia unite e un cazzone bello grosso.
Ha qualche altra
curiosità da raccontarci?
L’unica cosa che posso dire è che la pillolina sta
cominciando a fare effetto e ce l’ho già barzotto. Quindi o ci salutiamo entro
due minuti o ti abbassi le mutande e ci scaldiamo un po’ in attesa delle mie
amiche.
Avendo particolarmente a cuore la mia verginità anale,
saluto il Conte Flivio, consapevole di avere aggiunto un altro tassello al
nostro viaggio alla scoperta del potere del monociglio.
sabato 21 gennaio 2012
NOTIZIE DALL’UZBEKISTAN
(Nella foto: l’anziano contadino uzbeko Hamid Davd Cigliov ,
per gentile concessione di Qashqadaryo Press)
Siamo venuti a conoscenza che in Uzbekistan, nella regione
della Kashkadarya, vive un anziano contadino che ha messo al mondo 87 figli,
tutti maschi. Il suo nome è Hamid Davd Cigliov. La sua foto pubblicata sul
principale giornale uzbeco, il Qashqadaryo, ha evidenziato la presenza del monociglio, e
questo ha attirato la nostra attenzione.
Abbiamo quindi inviato un nostro corrispondente a
intervistarlo.
Buonasera Sig. Cigliov.
Buonasera.
Quanti anni ha?
Ne faccio 88 il prossimo febbraio.
E quanti figli ha?
87.
Complimenti! Il più
grande quanti anni ha?
74. Ma non ha ancora messo la testa a posto, sta sempre a pensare a correre dietro alle ragazze.
Quindi lo ha concepito
a soli 13 anni!
Eh, cosa vuole che le dica, non sono mai stato troppo
precoce…
E il più piccolo?
Ha 3 mesi.
Quindi lei è ancora
attivo sessualmente?
Mah… attivo… se per lei 5 accoppiamenti al giorno vuol dire
essere attivi, allora si. Certo non riesco più a tenere i ritmi di quando avevo
60 anni, quando ne facevo minimo 15 al giorno.
Perdoni la domanda un
po’ particolare e che invade la sua sfera personale, ma è lo scopo principale
della nostra visita. Lei ha due belle sopracciglia unite e molto folte: ritiene
che siano connesse alla sua esuberanza sessuale?
Le dico solo una cosa: una volta mia moglie si mise in testa
di sfoltirmi un po’ le sopracciglia perché ogni volta che la baciavo le provocavo
delle escoriazioni alla fronte. A parte che per togliere un solo ciglio abbiamo
dovuto usare la sega elettrica che teniamo in magazzino, io ho avvertito subito
che c’era qualcosa che non andava e l’ho interrotta. In effetti alla sera
quando mi sono coricato con la mia signora sono riuscito ad avere solo 7 coiti
consecutivi. Ho dovuto attendere che il ciglio mi ricrescesse per tornare ai
miei standard abituali.
Incredibile! Mi tolga
un’ultima curiosità, anche se esula dal motivo principale della nostra
intervista: attorno a noi vedo un campo coltivato piuttosto grande, ma non vedo
né macchine agricole, né animali adatti a trascinare l’aratro. Come fate ad
arare un area così grande?
Ci penso io.
Cioè?
E’ sufficiente che mia moglie mi mostri il capezzolo: a me
viene subito duro. Dopodiché mi slaccio i pantaloni, allargo le gambe e faccio
una passeggiata per il campo. Il terreno poco dopo è pronto per la semina.
venerdì 20 gennaio 2012
DALL’AMAZZONIA CON FURORE
Amici Monocigliuti!
Il Doctor Monociglius vi propone oggi un’estrapolazione di
alcuni passaggi di un’intervista rilasciata dal Conte Flivio D’Amato, un
esperto antropologo che ha condotto numerose ricerche nel Sud-America.
Presentiamo l’intervista senza particolari censure, pertanto
ci scusiamo fin da ora per eventuali passaggi che possono turbare i nostri
lettori.
E’ superfluo dire che prendiamo le distanze da certe
affermazioni del D’amato, ma riteniamo allo stesso tempo importante presentare
questa testimonianza, che contribuisce a portare alla luce le grandi
potenzialità che accompagnano i possessori di monociglio.
Conte Flivio, ci
parli delle sue ultime ricerche.
Mi sono recato in Brasile, in modo da poter unire l’utile al
dilettevole.
In che senso, scusi?
Come in che senso? Ma lei l’ha visto il culo che hanno le
brasiliane? E poi la danno via per pochi euro. Dovendomi recare nella foresta
amazzonica per alcuni studi da compiere, ho pensato bene di fermarmi prima a
Rio de Janeiro per sfogarmi un poco.
Lasciamo perdere le
sue pulsioni sessuali, e veniamo alla ricerca effettuata nell’Amazzonia.
Come vuole, anche se devo dire che è decisamente più
interessante il culo della giovane brasiliana che mi sono inchiappettato lo
scorso venerdì. Comunque, contento lei… Come forse sa, sono un grande
appassionato di sessualità, e alcune mie personalissime ricerche hanno portato
la mia attenzione a una tribù indios vissuta all’interno della foresta
amazzonica.
Come si chiama questa
tribù?
Monè Xiliè. Ma sarebbe più corretto dire “come si chiamava”.
Perché? Si è estinta?
Già. O meglio, l’hanno fatta estinguere.
Chi sono i
responsabili?
Quei maledetti musi gialli dei cinesi.
Arriviamoci per
gradi, Conte Flivio. Innanzitutto, perché i suoi studi l’hanno condotta sulle
tracce dei Monè Xiliè?
Alcune testimonianze verbali da me raccolte parlano in
maniera evidente di questa tribù, caratterizzata da folti monocigli e da
grandissima virilità. Si dice che un indio Monè Xiliè potesse mantenere
l’erezione anche per 18 ore consecutive. Si immagini la mia ammirazione. Una
capacità del genere mi sarebbe servita la scorsa settimana, quando ero in
compagnia di Sandrinha, un’instancabile prostituta di Curitiba.
Lasciamo perdere le
doti amatorie di Sandrinha, ma soffermiamoci sui Monè Xiliè.
Si, come dicevo, avevano queste grandi capacità di
resistenza. Inoltre tutti i racconti raccolti parlano di un apparato genitale
fortemente sviluppato. Pare che nessun indio Monè Xiliè fosse al di sotto della
misura di 27 centimetri, per quanto riguarda la misura del pene.
Ma questo accadeva
solo per i Monè Xiliè? Le tribù adiacenti non avevano le stesse
caratteristiche?
No, ho personalmente esaminato i peni dei Karoê, degli Akuntsu,
degli Aweti. Tutti hanno dei cazzetti piuttosto piccoli, o al massimo nella
norma. Robette che si vedono solo nei porno amatoriali… Ma è anche vero che
nessuno di loro era dotato di monociglio.
Intende dire quindi
che la virilità è strettamente connessa con la presenza del monociglio?
Assolutamente si. E purtroppo se ne sono accorti anche i
cinesi.
Ci spieghi perché i
cinesi sono responsabili dell’eccidio dei Monè Xiliè.
I cinesi, quei maledetti musi gialli, hanno tutti dei
cazzetti piccoli e mosci. Se ne sarà accorto anche lei. Le è mai capitato di
vedere un pornazzo con un cinese superdotato? Mai, giusto? E allora quei
maledetti cosa fanno? Si accorgono dei Monè Xiliè, si rendono conto che è il
monociglio che fa venire quelle belle nerchione grandi e possenti, e vengono in
Amazzonia per estirpare la monociglia a tutti gli indios. Probabilmente
volevano effettuare dei trapianti, o più probabilmente creare una sorta di
pozione afrodisiaca. Fatto sta che questo ha comportato la fine dei Monè Xiliè…
Perché?
Perché a tutti i componenti maschi è stata tolta la
monociglia, e automaticamente è venuta meno la virilità. Nel giro di due
generazioni i Monè Xiliè sono scomparsi dalla faccia della terra. Non ne è
rimasto nemmeno uno. Io ero venuto apposta per studiare questo aspetto. Non le
nascondo che trovare il modo di potenziare il mio pisello non mi dispiacerebbe
affatto. Quando vado con le prostitute
africane, che sono abituate a ben altre misure, a volte leggo nei loro occhi un
senso di insoddisfazione.
Ma non possiamo
parlare dei suoi studi senza divagare ogni volta sulle sue frequentazioni di
prostitute?
Certo che lei è ben suscettibile! Avrebbe bisogno di un bel
pompino per rilassarsi. Si segni il numero di Svetlana, un puttanone
dell’Ucraina che tira dei soffioni da paura.
Interrompiamo qui lo stralcio dell’intervista.
Come avete potuto leggere, abbiamo aggiunto un altro
tassello a dimostrazione delle grandi capacità amatorie che accompagnano i
possessori di monociglio.
(raffigurazione degli indios brasiliani Monè Xiliè, con il
caratteristico monociglio)
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