venerdì 20 gennaio 2012

DALL’AMAZZONIA CON FURORE


Amici Monocigliuti!
Il Doctor Monociglius vi propone oggi un’estrapolazione di alcuni passaggi di un’intervista rilasciata dal Conte Flivio D’Amato, un esperto antropologo che ha condotto numerose ricerche nel Sud-America.
Presentiamo l’intervista senza particolari censure, pertanto ci scusiamo fin da ora per eventuali passaggi che possono turbare i nostri lettori.
E’ superfluo dire che prendiamo le distanze da certe affermazioni del D’amato, ma riteniamo allo stesso tempo importante presentare questa testimonianza, che contribuisce a portare alla luce le grandi potenzialità che accompagnano i possessori di monociglio.
Conte Flivio, ci parli delle sue ultime ricerche.
Mi sono recato in Brasile, in modo da poter unire l’utile al dilettevole.
In che senso, scusi?
Come in che senso? Ma lei l’ha visto il culo che hanno le brasiliane? E poi la danno via per pochi euro. Dovendomi recare nella foresta amazzonica per alcuni studi da compiere, ho pensato bene di fermarmi prima a Rio de Janeiro per sfogarmi un poco.
Lasciamo perdere le sue pulsioni sessuali, e veniamo alla ricerca effettuata nell’Amazzonia.
Come vuole, anche se devo dire che è decisamente più interessante il culo della giovane brasiliana che mi sono inchiappettato lo scorso venerdì. Comunque, contento lei… Come forse sa, sono un grande appassionato di sessualità, e alcune mie personalissime ricerche hanno portato la mia attenzione a una tribù indios vissuta all’interno della foresta amazzonica.
Come si chiama questa tribù?
Monè Xiliè. Ma sarebbe più corretto dire “come si chiamava”.
Perché? Si è estinta?
Già. O meglio, l’hanno fatta estinguere.
Chi sono i responsabili?
Quei maledetti musi gialli dei cinesi.
Arriviamoci per gradi, Conte Flivio. Innanzitutto, perché i suoi studi l’hanno condotta sulle tracce dei Monè Xiliè?
Alcune testimonianze verbali da me raccolte parlano in maniera evidente di questa tribù, caratterizzata da folti monocigli e da grandissima virilità. Si dice che un indio Monè Xiliè potesse mantenere l’erezione anche per 18 ore consecutive. Si immagini la mia ammirazione. Una capacità del genere mi sarebbe servita la scorsa settimana, quando ero in compagnia di Sandrinha, un’instancabile prostituta di Curitiba.
Lasciamo perdere le doti amatorie di Sandrinha, ma soffermiamoci sui Monè Xiliè.
Si, come dicevo, avevano queste grandi capacità di resistenza. Inoltre tutti i racconti raccolti parlano di un apparato genitale fortemente sviluppato. Pare che nessun indio Monè Xiliè fosse al di sotto della misura di 27 centimetri, per quanto riguarda la misura del pene.
Ma questo accadeva solo per i Monè Xiliè? Le tribù adiacenti non avevano le stesse caratteristiche?
No, ho personalmente esaminato i peni dei Karoê, degli Akuntsu, degli Aweti. Tutti hanno dei cazzetti piuttosto piccoli, o al massimo nella norma. Robette che si vedono solo nei porno amatoriali… Ma è anche vero che nessuno di loro era dotato di monociglio.
Intende dire quindi che la virilità è strettamente connessa con la presenza del monociglio?
Assolutamente si. E purtroppo se ne sono accorti anche i cinesi.
Ci spieghi perché i cinesi sono responsabili dell’eccidio dei Monè Xiliè.
I cinesi, quei maledetti musi gialli, hanno tutti dei cazzetti piccoli e mosci. Se ne sarà accorto anche lei. Le è mai capitato di vedere un pornazzo con un cinese superdotato? Mai, giusto? E allora quei maledetti cosa fanno? Si accorgono dei Monè Xiliè, si rendono conto che è il monociglio che fa venire quelle belle nerchione grandi e possenti, e vengono in Amazzonia per estirpare la monociglia a tutti gli indios. Probabilmente volevano effettuare dei trapianti, o più probabilmente creare una sorta di pozione afrodisiaca. Fatto sta che questo ha comportato la fine dei Monè Xiliè…
Perché?
Perché a tutti i componenti maschi è stata tolta la monociglia, e automaticamente è venuta meno la virilità. Nel giro di due generazioni i Monè Xiliè sono scomparsi dalla faccia della terra. Non ne è rimasto nemmeno uno. Io ero venuto apposta per studiare questo aspetto. Non le nascondo che trovare il modo di potenziare il mio pisello non mi dispiacerebbe affatto.  Quando vado con le prostitute africane, che sono abituate a ben altre misure, a volte leggo nei loro occhi un senso di insoddisfazione.
Ma non possiamo parlare dei suoi studi senza divagare ogni volta sulle sue frequentazioni di prostitute?
Certo che lei è ben suscettibile! Avrebbe bisogno di un bel pompino per rilassarsi. Si segni il numero di Svetlana, un puttanone dell’Ucraina che tira dei soffioni da paura.

Interrompiamo qui lo stralcio dell’intervista.
Come avete potuto leggere, abbiamo aggiunto un altro tassello a dimostrazione delle grandi capacità amatorie che accompagnano i possessori di monociglio.
(raffigurazione degli indios brasiliani Monè Xiliè, con il caratteristico monociglio)

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