Amici Monocigliuti!
Il Doctor Monociglius vi propone oggi un’estrapolazione di
alcuni passaggi di un’intervista rilasciata dal Conte Flivio D’Amato, un
esperto antropologo che ha condotto numerose ricerche nel Sud-America.
Presentiamo l’intervista senza particolari censure, pertanto
ci scusiamo fin da ora per eventuali passaggi che possono turbare i nostri
lettori.
E’ superfluo dire che prendiamo le distanze da certe
affermazioni del D’amato, ma riteniamo allo stesso tempo importante presentare
questa testimonianza, che contribuisce a portare alla luce le grandi
potenzialità che accompagnano i possessori di monociglio.
Conte Flivio, ci
parli delle sue ultime ricerche.
Mi sono recato in Brasile, in modo da poter unire l’utile al
dilettevole.
In che senso, scusi?
Come in che senso? Ma lei l’ha visto il culo che hanno le
brasiliane? E poi la danno via per pochi euro. Dovendomi recare nella foresta
amazzonica per alcuni studi da compiere, ho pensato bene di fermarmi prima a
Rio de Janeiro per sfogarmi un poco.
Lasciamo perdere le
sue pulsioni sessuali, e veniamo alla ricerca effettuata nell’Amazzonia.
Come vuole, anche se devo dire che è decisamente più
interessante il culo della giovane brasiliana che mi sono inchiappettato lo
scorso venerdì. Comunque, contento lei… Come forse sa, sono un grande
appassionato di sessualità, e alcune mie personalissime ricerche hanno portato
la mia attenzione a una tribù indios vissuta all’interno della foresta
amazzonica.
Come si chiama questa
tribù?
Monè Xiliè. Ma sarebbe più corretto dire “come si chiamava”.
Perché? Si è estinta?
Già. O meglio, l’hanno fatta estinguere.
Chi sono i
responsabili?
Quei maledetti musi gialli dei cinesi.
Arriviamoci per
gradi, Conte Flivio. Innanzitutto, perché i suoi studi l’hanno condotta sulle
tracce dei Monè Xiliè?
Alcune testimonianze verbali da me raccolte parlano in
maniera evidente di questa tribù, caratterizzata da folti monocigli e da
grandissima virilità. Si dice che un indio Monè Xiliè potesse mantenere
l’erezione anche per 18 ore consecutive. Si immagini la mia ammirazione. Una
capacità del genere mi sarebbe servita la scorsa settimana, quando ero in
compagnia di Sandrinha, un’instancabile prostituta di Curitiba.
Lasciamo perdere le
doti amatorie di Sandrinha, ma soffermiamoci sui Monè Xiliè.
Si, come dicevo, avevano queste grandi capacità di
resistenza. Inoltre tutti i racconti raccolti parlano di un apparato genitale
fortemente sviluppato. Pare che nessun indio Monè Xiliè fosse al di sotto della
misura di 27 centimetri, per quanto riguarda la misura del pene.
Ma questo accadeva
solo per i Monè Xiliè? Le tribù adiacenti non avevano le stesse
caratteristiche?
No, ho personalmente esaminato i peni dei Karoê, degli Akuntsu,
degli Aweti. Tutti hanno dei cazzetti piuttosto piccoli, o al massimo nella
norma. Robette che si vedono solo nei porno amatoriali… Ma è anche vero che
nessuno di loro era dotato di monociglio.
Intende dire quindi
che la virilità è strettamente connessa con la presenza del monociglio?
Assolutamente si. E purtroppo se ne sono accorti anche i
cinesi.
Ci spieghi perché i
cinesi sono responsabili dell’eccidio dei Monè Xiliè.
I cinesi, quei maledetti musi gialli, hanno tutti dei
cazzetti piccoli e mosci. Se ne sarà accorto anche lei. Le è mai capitato di
vedere un pornazzo con un cinese superdotato? Mai, giusto? E allora quei
maledetti cosa fanno? Si accorgono dei Monè Xiliè, si rendono conto che è il
monociglio che fa venire quelle belle nerchione grandi e possenti, e vengono in
Amazzonia per estirpare la monociglia a tutti gli indios. Probabilmente
volevano effettuare dei trapianti, o più probabilmente creare una sorta di
pozione afrodisiaca. Fatto sta che questo ha comportato la fine dei Monè Xiliè…
Perché?
Perché a tutti i componenti maschi è stata tolta la
monociglia, e automaticamente è venuta meno la virilità. Nel giro di due
generazioni i Monè Xiliè sono scomparsi dalla faccia della terra. Non ne è
rimasto nemmeno uno. Io ero venuto apposta per studiare questo aspetto. Non le
nascondo che trovare il modo di potenziare il mio pisello non mi dispiacerebbe
affatto. Quando vado con le prostitute
africane, che sono abituate a ben altre misure, a volte leggo nei loro occhi un
senso di insoddisfazione.
Ma non possiamo
parlare dei suoi studi senza divagare ogni volta sulle sue frequentazioni di
prostitute?
Certo che lei è ben suscettibile! Avrebbe bisogno di un bel
pompino per rilassarsi. Si segni il numero di Svetlana, un puttanone
dell’Ucraina che tira dei soffioni da paura.
Interrompiamo qui lo stralcio dell’intervista.
Come avete potuto leggere, abbiamo aggiunto un altro
tassello a dimostrazione delle grandi capacità amatorie che accompagnano i
possessori di monociglio.
(raffigurazione degli indios brasiliani Monè Xiliè, con il
caratteristico monociglio)

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