venerdì 27 gennaio 2012

LA MONOCIGLIA NELLA TERRA DEL GHIACCIO

(famiglia Mnociliut)


Durante le nostre ricerche sul web alla ricerca di esemplari monocigliuti, ci siamo imbattuti nella foto sopra riportata, che ritrae un gruppo di Inuit, più volgarmente detti “eschimesi”, tutti dotati di monociglio. Ovviamente il nostro interesse si è acceso, e abbiamo contattato un esperto della cultura Inuit, il Prof. John Cuckold che ha risposto alle nostre domande.
Professore, a quale etnia appartengono i soggetti ritratti in foto?
Indubbiamente le caratteristiche Inuit sono ben evidenziate. Però quelle grandi sopracciglia unite mi fanno affermare con sicurezza che sono appartenenti al villaggio Mnociliut, con cui io e il mio staff siamo entrati in contatto.
Ce ne parli.
 E’ un villaggio molto isolato, posto ancora più a nord di tutti gli altri villaggi Inuit, e con i quali raramente essi instaurano rapporti. I Mnociliut hanno usi e costumi tutti loro, da quanto sono riuscito ad apprendere.
Vivono in ragioni molto impervie: come fanno a resistere al freddo?
Hanno il corpo coperto di peli molto spessi, anche in zone in cui noi siamo poco abituati, come la schiena. Il loro pelo è molto isotermico. Inoltre praticano attività sessuale per quasi 12 ore al giorno: come sa, durante il coito il corpo si surriscalda a causa della maggiore pressione del flusso sanguigno, e se per metà giornata il loro corpo è surriscaldato, hanno già raggiunto un bel risultato.
Come riescono a vivere?
Ovviamente la loro principale fonte di sostentamento è la pesca. Hanno un rituale di pesca molto complesso. Il primo ostacolo ovviamente è trovare il modo di rompere le lastre di ghiaccio molto spesse: loro ci riescono colpendo il ghiaccio con il loro pene, che è estremamente resistente. Una volta rotto il ghiaccio, attraverso un movimento circolatorio del loro bacino, allargano il buco fino a che non raggiunge un diametro di circa 30-40 centimetri.
Poi vi immergono le lenze?
No, anche qui hanno negli anni perfezionato una tecnica molto personale ed estremamente efficace. Si mettono sulle sopracciglia dei piccoli pezzi di carne essiccata, si sdraiano vicino al foro nel ghiaccio e poi rimangono in attesa. Dopo un po’ i pesci che nuotano sotto la lastra di ghiaccio vengono attirati dalla carne, e saltano nel buco per cibarsene. Però rimangono inevitabilmente incastrati tra le intricate sopracciglia dei Mnociliut, e quindi è facile per loro catturare i pesci.
Oltre che alla pesca sono dediti anche alla caccia?
Si, una loro specialità culinaria è il tricheco ripieno.
In cosa consiste?
Viene catturato un tricheco, poi tutti i membri maschi del villaggio si accoppiano a turno con l'animale, e infine viene messo sul fuoco. Dopo un’oretta di cottura e una manciata di sale e di rosmarino, è pronto per essere consumato.
Deve essere una vita molto dura, la loro.
Certamente il luogo dove vivono è molto aspro. Non per questo però rinunciano ad attività ludiche.
Ad esempio?
Praticano uno sport assimilabile al baseball. Solo che invece di una palla di cuoio utilizzano palle di neve, ed invece delle mazze usano i loro peni. Il primo che termina l’erezione perde, viene cosparso di olio di balena e per punizione deve astenersi dal praticare sesso per un periodo per loro lunghissimo.
Quanto?
40 minuti.
Interessante… altre attività che praticano?
Giocano a “katzing”.
In cosa consiste?
E’ una variante delle nostre bocce, o del curling, lo sporto molto popolare nei paesi scandinavi: un Mnociliut si sdraia a terra con il pene in erezione, le donne tirano dei dischi di giaccio cercando di centrare il pene. Chi fa più punti alla sera potrà giacere con il Mnociliut che si è sdraiato.
Lei è veramente un esperto: è stata dura vivere con loro?
Veramente io ci sono stato solo 1 giorno. E’ mia moglie che, dopo averle visti fare il bagno nudi, è rimasta impressionata dalla loro tempra e si è sacrificata a vivere tra loro. Tutte queste cose le ho imparate dai suoi resoconti.
Per quanto tempo ha vissuto con loro sua moglie?
Inizialmente doveva stare due settimane, poi mi ha scritto che le cose da apprendere erano veramente tante (“tanta roba” sono le sue testuali parole), e ha deciso di rimanere un po’ di più…  A marzo son 16 anni.

Nessun commento:

Posta un commento